Vota Sì, ferma le trivelle

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martedì 25 settembre 2012

Piano acqua Regione Abruzzo: nuova convocazione del Comitato VIA

In mezz'ora...
Le regole sul futuro dell'acqua in Abruzzo saranno decise dal comitato VIA giovedì prossimo in pochi minuti.
Il WWF: inaccettabile, la siccità non ha insegnato nulla. I problemi di sorgenti, fiumi, captazioni e depurazione affrontati nel tempo di un'intervista della Annunziata.
Le regole che riguardano il futuro dell'acqua in Abruzzo, tra fiumi ridotti a fogne, captazioni incontrollate, siccità e sprechi, saranno decise in 30 minuti, tra le 14:00 e le 14:30 di giovedì prossimo al Comitato VIA della Regione Abruzzo.
Infatti, il Comitato sarà chiamato ad esprimersi con questo tempo a disposizione sul Piano di Tutela delle Acque, principale strumento di gestione della risorsa idrica, atteso dal 2001.
Lo stesso giorno il Comitato V.I.A. dovrà altresì esprimersi su decine di altri progetti, tra cui cave, concessioni per ricerca di idrocarburi, impianti per rifiuti.
 Tornando all'acqua, il Comitato dovrà dare il suo parere sulla Valutazione di Incidenza Ambientale del Piano per tutti gli effetti che avrà su decine dei siti naturalisticamente più importanti della Regione, corrispondenti a oltre il 30% del territorio regionale (come i tre parchi nazionali del Gran Sasso, della Majella e d'Abruzzo, il parco regionale Sirente-Velino e decine di altri siti tra i più famosi della regione, dalla montagna al mare). In questi territori sono presenti i maggiori acquiferi della regione ed è concentrata gran parte della biodiversità abruzzese. Inoltre, molti dei grandi bacini idroelettrici sono localizzati proprio in queste aree (basti pensare a Barrea e Campotosto).
Una situazione di grande complessità dove gli equilibri ambientali sono già saltati da tempo per il sovrasfruttamento della risorsa idrica. Il WWF esprime, quindi, forti critiche per le modalità assolutamente inadeguate con cui si intende procedere all'esame di questo fondamentale strumento di gestione che, una volta approvato, durerà per decenni.
Gli stessi contenuti del Piano sono stati aspramente criticati dalle associazioni ambientaliste poichè si rimanda al 2027 la riqualificazione di molti fiumi a fronte di un obiettivo comunitario posto al 2015. Inoltre la quantificazione del Deflusso Minimo Vitale da lasciare ai fiumi è stato calcolato in maniera sostanzialmente errata e si rischia addirittura di consentire nuove captazioni proprio nei siti naturalisticamente più importanti.
Il WWF aveva recentemente stigmatizzato il Piano anche da un punto di vista scientifico in quanto gli elaborati contenevano strafalcioni e addirittura l'indicazione di specie inesistenti per i fiumi abruzzesi.
Dichiara Luciano Di Tizio, presidente della sezione regionale del WWF “La Regione Abruzzo, pur essendo molto ricca di acqua, ha un sistema di gestione drammaticamente fallimentare, come dimostra lo stato pietoso di molti fiumi della regione derivante da captazioni e scarichi incontrollati. Pensare di poter valutare in 30 minuti quel Piano che dovrebbe risolvere questi enormi problemi è surreale, anche perchè gli stessi elaborati contengono criticità grandissime; ad esempio non fanno alcun riferimento alla questione dei cambiamenti climatici che sul ciclo idrico e sulla biodiversità stanno avendo effetti drammatici che sono sotto gli occhi di tutti.
Il Dr. Sorgi, nonostante le plurime sconfitte che subisce il comitato VIA davanti ai TAR e non solo, continua a convocare il comitato con modalità palesemente inaccettabili che, a nostro avviso, contribuiscono a far permanere la nostra regione in un medioevo ambientale”.

sabato 11 agosto 2012

Padre Alex Zanotelli: Appello per l'acqua


LA VOCE DEL SIGNORE TUONA SULLE ACQUE …”
Così un’antica preghiera ebraica esaltava la presenza misteriosa di Dio anche sulle acque!(Salmo 29)

In questa torrida estate speravo proprio di darvi notizie rinfrescanti da Napoli sull’acqua.
Il 31 luglio infatti c’era stato annunciato che finalmente si sarebbe realizzato il grande sogno napoletano e cioè che finalmente ARIN spa (la società che gestisce l’acqua di Napoli) si trasformasse in un’Azienda Speciale(Acqua Bene Comune-Napoli). Il Consiglio Comunale aveva così votato il 26 ottobre 2011. Ma perché quel voto diventasse realtà giuridica bisognava che l’Arin andasse a firmare il passaggio davanti al notaio. Ma le pressioni , da parte di potentati economico-finanziari, sono state talmente forti da impedirlo. Tant ‘è che il 31 luglio c’è stata sì una firma dal notaio, ma a una “condizione” ,e cioè che entro il 15 novembre si faccia ‘un piano industriale e finanziario’ ,piano che non è stato elaborato dal novembre scorso! Il comitato dell’Acqua napoletano e campano, che dal 2004 ha lavorato con passione e ostinazione per questa trasformazione, dovrà ancora attendere prima di annunciare la buona notizia che Napoli è diventata la capitale dell’acqua pubblica. Con ansia attendiamo quel giorno!
Per fortuna che a consolarci è arrivata la decisione della Corte Costituzionale (20 luglio) che dichiarava l’illegittimità dell’articolo 4 della Finanziaria-bis 2011. Infatti quell’articolo disponeva la possibilità per gli enti locali di liberalizzare i servizi pubblici. “Non si esagera dicendo che questa è una sentenza storica- ha scritto S.Rodotà- perché in concreto denuncia ed elimina una clamorosa frode del legislatore.” E’ la prima volta che , con tale nettezza, è stato affermato il diritto dei cittadini a veder rispettato il referendum. Questa è una straordinaria vittoria per il popolo dell’Acqua! Per questo è legittima la reazione dei cittadini di ribellarsi ai tentativi di violare la legalità fissata dal Referendum. Per cui sosteniamo con forza la campagna di ‘Obbedienza civile’ al Referendum, lanciata dal Forum italiano dei movimenti dell’acqua, che invita i cittadini italiani ad autoridursi del 7% le bollette dell’acqua. Dopo la sentenza della Corte Costituzionale, questa campagna ne esce rafforzata e deve estendersi su tutto il territorio nazionale, ove questo è possibile (contattare i comitati provinciale e regionali).
Altrettanto impellente,per me, diventa ora portare in Corte Costituzionale la ventilata multiutility dal Nord da realizzarsi attraverso al fusione di tutte le spa multiutility esistenti :A2A, Iren, Hera- Acegas-Aps…formando un mostro finanziario che gestirebbe i servizi pubblici dal Nord Italia. Chi porterà questo sgorbio in Corte perché venga dichiarato non cosituzionale?
Altra bella notizia: il Consiglio di Stato si è pronunciato il 24 luglio sulla vicenda dell’Acea, l’azienda che gestisce l’acqua di Roma. Il sindaco di Roma Alemanno è deciso a vendere il 21% delle quote (il Comune di Roma ne detiene il 51%), il resto è in mano alla multinazionale Suez e a Caltagirone. I giudici del Consiglio di Stato hanno deciso che il sindaco non può farlo. Questo potrebbe segnare la sconfitta di Alemanno. E Roma potrebbe ottenere un’altra bella vittoria per ‘Madre Acqua’!
Abbiamo bisogno di tante vittorie locali per forzare i partiti e il governo Monti a rispettare seriamente il Referendum .Per questo dobbiamo portare questa spinta propulsiva anche in Unione Europea. E’ questo lo scopo della prima iniziativa legislativa dal basso per costringere il Parlamento Europeo a portare le risorse idriche fuori dalle logiche del mercato. L’occasione è offerta dall’ “Iniziativa dei cittadini europei”(ICE),uno strumento introdotto dal Trattato di Lisbona che assegna ai cittadini il diritto di proporre alla Commissione Euoropea atti legislativi sulle politiche di propria competenza. Per formulare la proposta sono necessarie un miline di firme in almeno sette paesi della UE .Per il momento la raccolta è aperta solo in forma cartacea.
Per informazioni sull’iniziativa www.righ2water.eu Per scaricare i moduli di raccolta firme:http://www.acquabenecomune.org/raccoltafirme/attachments/Modulo_raccolta_firme_ICE.pdf
E’ una campagna importante questa in europa perché conosciamo l’enorme pressione delle multinazionali dell’acqua come vivendi, Suez,Coca-cola o Sepsi…..stanno facendo sul Parlamento Europeo.
Tocca a noi italiani che abbiamo vinto un Referendum sull’acqua a dare una mano forte perché questo impegno dilaghi anche in Europa.
Dobbiamo rimanere uniti! Solo rimanendo uniti possiamo vincere.
E la speranza rinasce dal basso!
Alex Zanotelli

Napoli,11 agosto 2012

giovedì 2 agosto 2012

RIPRENDIAMOCI L'AC(QU)A!

Domani 3 Agosto ore16.00, sit-in del Forum Abruzzese dei Movimenti per l'Acqua, durante l'assemblea dei soci dell'ACA S.p.A.

 Domani, venerdì 3 agosto, alle ore 16.00, presso la sede dell'Unione Industriali sita in Via Raiale, avrà luogo, in seconda convocazione, l'assemblea dei soci dell'ACA S.p.A. Finalmente, grazie all'azione dei comitati locali, tra mobilitazioni e confronto con le amministrazioni, i soci di ACA (i nostri sindaci), saranno anche chiamati a votare il percorso di trasformazione della S.p.A. in azienda di diritto pubblico.

Riteniamo fondamentale questo passaggio per voltare pagina nella gestione di una società troppo spesso saltata alla cronaca come esempio di cattiva gestione e clientelismo, affinché venga rispettato l'esito referendario del 12 e 13 giugno 2011, quando 500.000 abruzzesi si sono espressi a favore dell'acqua come bene pubblico fuori dal mercato, da gestire con trasparenza e partecipazione.

Ricordiamo che l’assemblea dei sindaci della provincia di Pescara del 16 aprile scorso ha deliberato la ripubblicizzazione della gestione e la revisione e riduzione dei costi dell’ACA. Tale delibera è stata firmata dal Commissario Caputi l’11 Luglio 2012 e adesso dev’essere attuata. Inoltre, la sentenza della Corte Costituzionale n.199 depositata il 20 luglio scorso, dichiara incostituzionale e inammissibile l'articolo 4 del Decreto Legge 138 del 13 Ag osto 2011,eliminando ogni obbligo di privatizzazione e delegittimando così il tentativo di aggirare l'esito referendario da parte dei Governi Berlusconi e Monti. Non c'è scusa che tenga, ripubblicizzare si può.

Oltre questo, all'ordine del giorno è prevista anche la nomina del nuovo presidente e del nuovo consiglio di amministrazione di ACA : chi sarà scelto per ricoprire tali cariche dovrà necessariamente porsi in discontinuità rispetto alla passata gestione e ai passati gestori dell'azienda e dovrà possedere le competenze per avviare la trasformazione in azienda di diritto pubblico.

Come Forum Abruzzese dei Movimenti per l'Acqua organizzeremo un sit-in per vigilare sulle scelte dei sindaci e pertanto invitiamo i cittadini a partecipare con noi a questo importante momento di democrazia.

Per informazioni e per aderire alla campagna di “Obbedienza Civile” è possibile contattare la Segreteria operativa del Forum dei Movimenti per l'Acqua Abruzzo:  338.1195358 – 339.7244992347.9365368; e-mail:segreteriah2oabruzzo@gmail.com, per  ulteriori approfondimenti potete consultare il sito nazionale www.acquabenecomune.org

martedì 24 luglio 2012

LA CORTE COSTITUZIONALE HA FATTO CHIAREZZA: NESSUN OBBLIGO DI PRIVATIZZAZIONE. ORA I SINDACI DIANO VIA LIBERA ALLA RIPUBBLICIZZAZIONE.ORA I SINDACI DIANO VIA LIBERA ALLA RIPUBBLICIZZAZIONE.

ACA S.p.A. i sindaci producano tutti gli atti necessari per cambiare rotta.

La sentenza della Corte Costituzionale n.199 depositata il 20 luglio 2012, dopo il ricorso di Puglia, Sardegna, Marche, Lazio, Emilia Romagna e Umbria, restituisce la voce ai cittadini italiani e la democrazia al nostro Paese. Lo fa dichiarando incostituzionale e inammissibile, l'articolo 4 del Decreto Legge 138 del 13 Agosto 2011, con il quale, il Governo Berlusconi, a soli 23 giorni dalla pubblicazione dell’esito della consultazione referendaria, calpestava il risultato del referendum e rintroduceva la privatizzazione dei servizi pubblici locali. Questa sentenza blocca anche tutte le modificazioni successive, comprese quelle del Governo Monti. La Corte Costituzionale ribadisce con forza la volontà popolare espressa il 12 e 13 giugno 2011 e rappresenta un monito al Governo attuale e a tutti i poteri forti che speculano sui beni comuni: l'acqua e i servizi locali (trasporti, rifiuti, sociale, scuola, sanità, ecc..) devono essere pubblici.

La sentenza rafforza la delibera del Commissario Unico Straordinario n°11 del 11 luglio 2012 “Approvazione del documento revisione e aggiornamento del Piano d'Ambito”, che ha ratificato la votazione dell’Assemblea dell’ASSI di Pescara del 16 Aprile scorso. Tra le varie deliberazioni, i sindaci, soci di ACA, devono provvedere alla revisione e riduzione dei costi di gestione della società e alla sua trasformazione in Azienda di Diritto Pubblico. Tale forma di gestione favorisce, rispetto alle S.p.A. maggiore controllo e partecipazione diretta, non solo da parte dei sindaci soci e dei consigli comunali, ma anche dei cittadini, dei lavoratori e dell’associazioni di tutela ambientale.

Pertanto tocca ai sindaci, a partire dalla prossima assemblea di ACA S.p.A., avviare una necessaria rivoluzione nella gestione del Servizio Idrico, un cambio di rotta nel senso della trasparenza, della legalità, della competenza e della partecipazione. È del tutto evidente che per far questo c’è bisogno di un Cda e di un presidente in netta discontinuità con il passato e in grado di traghettare l’azienda verso la ripubblicizzazione.

I sindaci soci di ACA facciano di un’azienda, oggi tristemente famosa per le proprie inadempienze, un esempio virtuoso nella direzione auspicata dal comitato referendario e dai 500000 abruzzesi che hanno scelto una gestione pubblica, trasparente e partecipata dell’Acqua.

In aggiunta chiediamo che la Legge Regionale per il Servizio Idrico Integrato venga modificata attraverso un imprescindibile confronto con la società civile, il movimento referendario e le parti sociali. Auspichiamo che venga esclusa, in via definitiva, qualsiasi forma di privatizzazione e che tali modifiche prendano in riferimento le scelte fatte dalle municipalità di Parigi, Berlino e Napoli, le quali non risultano in contrasto con alcuna normativa europea. Non ultimo, riteniamo che l’attuale gestione commissariale del Servizio Idrico in Abruzzo debba concludersi.

A suo tempo chiedemmo alla Giunta regionale, al presidente Chiodi e al Commissario Caputi, che anche la regione Abruzzo presentasse ricorso contro l'art.4 del Decreto Legge 138/2011, ma non fummo ascoltati. Onde evitare che si ripetano casi come quelli del dragaggio o della filovia, questa volta, per quanto riguarda la Legge Regionale sull’acqua sarebbe opportuno dare ascolto alle istanze di cittadini, movimenti e comitati.

Segreteria Operativa Forum Abruzzese dei Movimenti per l'Acqua

La conferenza stampa su TV6: http://youtu.be/V4qweczW0DU

venerdì 20 luglio 2012

Grande vittoria dei movimenti, la Corte Costituzionale fa saltare le privatizzazioni di acqua e servizi pubblici locali

Oggi, 20 Luglio, la Corte Costituzionale restituisce la voce ai cittadini italiani e la democrazia al nostro Paese. Lo fa dichiarando incostituzionale, quindi inammissibile, l'articolo 4 del decreto legge 138 del 13 Agosto 2011, con il quale, il Governo Berlusconi, calpestava il risultato referendario e rintroduceva la privatizzazione dei servizi pubblici locali.
Questa sentenza blocca anche tutte le modificazioni successive, compresa quelle del Governo Monti. La sentenza esplicita chiaramente il vincolo referendario infranto con l'articolo 4 e dichiara che la legge approvata dal Governo Berlusconi violava l'articolo 75 della Costituzione.
Viene confermato quello che sostenemmo un anno fa, cioè come quel provvedimento reintroducesse la privatizzazione dei servizi pubblici e calpestasse la volontà dei cittadini.
 La sentenza ribadisce con forza la volontà popolare espressa il 12 e 13 giugno 2011 e rappresenta un monito al Governo Monti e a tutti i poteri forti che speculano sui beni comuni.
Dopo la straordinaria vittoria referendaria costruita dal basso, oggi è chiarito una volta per tutte che deve essere rispettata la scelta di 27 milioni di italiani: l'acqua e i servizi pubblici devono essere pubblici.

 Si scrive acqua, si legge democrazia! --
Luca Faenzi Ufficio Stampa Forum Italiano dei Movimenti per l'Acqua

martedì 26 giugno 2012

Chieti, il Sindaco di Primio invia una diffida all'ACA

Dopo il pubblico invito che gli è stato rivolto dal Comitato Acqua e Beni Comuni Chieti con il comunicato del 22 scorso, il Sindaco di Chieti ha inviato all'ACA la lettera-diffida che riproponiamo qui di seguito:
A:
Sig. Presidente dell’ACA

Sig. Direttore Generale dell’ACA
Commissario Straordinario
del Servizio Idrico Integrato
Ing. Pierluigi Caputi

e, p.c.

S.E. Il Prefetto

Sig. Sindaci di:
Cepagatti
Scafa
Manoppello
Rosciano
Casalincontrada
Tocco da Casauria
Torre dei Passeri

Oggetto: situazione fornitura idrica.

Egregi Signori,

nella impossibilità di comunicare con Voi telefonicamente, nessuno risponde agli uffici dell’ACA, mi vedo costretto ad inviare la presente per denunciare il grave disagio che sta patendo la mia Città e per chiedere quanto appresso.

Con la nota del 20 giugno scorso, prot. n. 10857, firmata dal Direttore Tecnico ing. Livello e dal Direttore Generale ing. Di Giovanni, mi è stato comunicato che, a causa della “diminuzione di portata della sorgente e considerate le condizioni climatiche”, avreste proceduto “alla programmazione di riduzione dell’erogazione idrica per il periodo 21 giugno – 8 luglio 2012”.

Per quanto riguarda Chieti, mi avete comunicato che al serbatoio della Civitella l’erogazione media sarebbe stata ridotta a 158 l/s per l’intera giornata, l’erogazione normale è di 171-175 l/s;

mentre per Chieti Scalo l’erogazione media sarebbe stata di 155 l/s dalle ore 5.00 e dalle 24.00 e dalle 24.00 alle 5.00 ci sarebbe stata la chiusura totale della erogazione. Normalmente l’erogazione su Chieti Scalo è di 170 l/s.

Quanto a località Brecciarola, che s’approvvigiona dal Serbatoio Sbraccia, la chiusura totale dell’erogazione ci sarà il lunedì e giovedì dalle ore 22.00 alle ore 6.00.

Nel corso di questi primi giorni, come comunicatovi dai nostri tecnici, da ultimo nel corso della serata di sabato 23 giugno, la erogazione ridotta è stata spesso al di sotto della media dichiarata e, comunque, insufficiente a soddisfare le esigenze minime dei cittadini anche quando è stata rispettata l’erogazione programmata (158 e 155 l/s).

Non so in quanti dei 64 comuni che fanno parte dell’ACA si sta verificando quello che sta capitando a Chieti, mi consta personalmente che in molte realtà anche confinanti con noi non si stanno attuando le chiusure che non da oggi Chieti patisce.

Assurda la chiusura dalle 24.00 alle 5.00 a Chieti Scalo, la parte più popolosa della città dove le utenze, tra ospedale e università, sono di gran lunga superiori rispetto al dato dei residenti dichiarati.

Ormai a decine arrivano le proteste delle attività commerciali e dei pubblici esercizi che, nonostante siano dotati di autoclave e serbatoio, non riescono ad avere l’acqua sufficiente per poter svolgere la propria attività. A centinaia, invece, arrivano le richieste d’aiuto e le proteste dei cittadini della parte bassa della città, fiaccati da anni di riduzione notturna della erogazione dell’acqua da parte vostra ed oggi distrutti dal non potersi neppure fare una doccia considerato che la erogazione riavviata alle 5.00 del mattino, alle 10.00, non ancora si trasforma in acqua che esce dai rubinetti. Quanto alla parte alta, seppure meno grave, la situazione non desta minori preoccupazioni considerato che le chiusure a cui siamo costretti, a causa della minore erogazione di acqua da parte vostra, amplifica il problema in termini di reale erogazione nelle case e non solo.

Voglio all’uopo ricordare che il Comando Provinciale di VV. FF. s’approvvigiona dalla nostra rete.

Concludendo, considerato tutto quanto sopra esposto e denunciato, rilevato che la popolazione/utente è su Chieti di almeno 15.000 unità in più rispetto a quella residente (uffici, ospedale, università, etc.), che se nella parte alta la situazione per cittadini e attività è difficile, nella parte dello Scalo è drammatica, soprattutto a causa delle chiusure notturne, evidenziato che la situazione in cui si stanno trovando i cittadini richiama le competenze del Sindaco indicate dagli artt. 50 e 54 TUEL, al fine di evitare problemi di carattere igienico/sanitario, ovvero al fine di scongiurare, a causa del perdurare della mancanza di acqua in molte abitazioni e della concomitanti particolari condizione climatiche, emergenze sanitarie o di igiene pubblica.

Vi diffido

a provvedere immediatamente, ovvero entro le ore 16,00 di oggi, a reimmettere nella rete cittadina almeno 165 l/s-h24, a non effettuare più, già dalla notte tra oggi 26 giugno e domani, mercoledì 27 giugno, la chiusura totale della erogazione di acqua nella parte bassa della città ed in località Brecciarola.

In caso di mancato riscontro a questa mia, od anche in caso di rifiuto da parte Vostra ad accogliere la mia richiesta, effettuata ogni verifica con il mio servizio acquedotto sulla effettiva quantità di acqua da Voi erogata, adotterò tutte e le più utili azioni a difesa dei diritti dei miei cittadini.

Inoltre, a mente della L.R. 9/2011, considerato che state erogando una quantità d’acqua inferiore al 30% di quanto convenuto, provvederò a far quantificare la riduzione di quanto dovutovi per la fornitura idrica.

Cordialità.

Avv. Umberto Di Primio

venerdì 22 giugno 2012

Il Comitato Acqua e Beni Comuni Chieti sollecita il sindaco Di Primio perché prenda concretamente posizione contro i gravi e continui disservizi di ACA SpA


ALLE PROTESTE SEGUANO I FATTI
Due anni fa la petizione per la chiedere la modifica dello Statuto comunale

I cittadini di Chieti, e in particolare quelli che risiedono nei quartieri vallivi, continuano a subire continui disservizi nella fornitura di acqua potabile. Le interruzioni sono frequenti e i disagi sono destinati ad aumentare, come sempre, nei mesi più caldi dell’anno. L’amministrazione municipale incolpa per questi disservizi l’azienda acquedottistica ACA SpA, che rifornisce gli impianti idrici cittadini, ma non mette in atto azioni concrete perché la situazione cambi. L’assemblea dei sindaci (ASSI) di Pescara, da cui l’ACA dipende, ha recentemente votato un documento nel quale si chiede che il carrozzone ACA, costoso e inefficiente, sia sostituito da una azienda speciale, modello Napoli, calibrata per essere davvero partecipata e al servizio dei cittadini.
Il Comitato Acqua e Beni Comuni Chieti sollecita il primo cittadino ad essere conseguente con le sue dichiarazioni chiedendo anche lui ufficialmente lo scioglimento dell’ACA e intanto l’applicazione immediata dell’Indice Mall, che prevede delle penali a carico del gestore in presenza di disservizi e inadempienze.
Al sindaco Di Primio chiediamo concretezza e non semplici dichiarazioni stampa. Gli chiediamo di non comportarsi come il suo predecessore che annunciò pubblicamente l’intenzione di incatenarsi per protesta davanti alla sede ACA, ma poi non fu neppure presente nella successiva assemblea elettorale. Il risultato fu la conferma dei vertici di una azienda che, allora come oggi, maltrattava Chieti e il suo territorio e che costa fior di euro ai contribuenti a fronte di una gestione che lascia scontenti migliaia di utenti.
Il Comitato Acqua e Beni Comuni Chieti ricorda inoltre al primo cittadino e a tutti i consiglieri comunali che tra pochi giorni, domenica 1 luglio, sarà il secondo anniversario della consegna ufficiale in Municipio da parte del WWF di una petizione firmata da circa 1200 cittadini per chiedere l’inserimento nello Statuto teatino del concetto di acqua bene comune e patrimonio inalienabile della collettività. Dopo due anni non c’è stata alcuna risposta ufficiale, a dispetto degli oltre 27 milioni di italiani che hanno votato sì al referendum per togliere ogni forma di profitto dall’acqua.

Comitato Acqua e Beni Comuni Chieti
Il portavoce
Luciano Di Tizio

sabato 5 maggio 2012

REPORT RIUNIONE ASSI CHIETI del 3 maggio 2012

Il Comitato Acqua e Beni Comuni Chieti ha partecipato, insieme agli altri Comitati del territorio provinciale alla riunione dell’ASSI (Assemblea Sindaci Servizio Idrico) della provincia di Chieti. Erano presenti complessivamente cinque attivisti.
Ricordo che l’ASSI Chietina nei fatti opera sul territorio servito per quanto riguarda l’acqua dalla SASI, cioè su gran parte del territorio provinciale ma non su Chieti e altri 12 comuni vicini a Chieti serviti invece dall’ACA di Pescara.
L'assemblea ha preso in esame varie questioni:
1) tariffe da applicare ai Comuni per i consumi di acqua ad esempio delle scuole;
2) richiesta sottoscritta da alcuni sindaci per sottoporre a VAS e VINCA "a posteriori" il Piano d'Ambito già approvato;
3) l’ormai nota questione della legge regionale assurda che lascia diversi comuni nei fatti impossibilitati a votare.
Si è discusso a lungo senza arrivare a un voto, ma demandando l’approfondimento urgente delle questioni aperte a una commissione ristretta con un gruppo di sindaci (si era detto 6 ma mi sembra ne abbiamo nominati 8, pariteticamente tra centrodestra e centrosinistra), tecnici dell'ATO e alcuni nostri rappresentanti.
Si tratta di un importante risultato perché per la prima volta nel Chietino i movimenti referendari vengono considerati un interlocutore delle istituzioni locali.
È importante pure sottolineare come durante gli interventi diversi sindaci o loro assessori abbiano ricordato il contributo dato dai movimenti, in particolare a Pescara, sulla questione acqua.
Di questi tempi non è poco.
Ricordiamo che contro l’approvazione del Piano d’Ambito operata in una precedente assemblea SASI (anche allora era presente una nostra delegazione) è in fase di ultimazione un ricorso al TAR da parte dei movimenti e del WWF.

Comitato ABC Chieti

venerdì 16 marzo 2012

CONSEGNATA UNA LETTERA APERTA DEI COMITATI TEATINI AL SINDACO DI PRIMIO

Una delegazione del Comitato Acqua e Beni Comuni Chieti e del Comitato Universitario teatino ha incontrato ieri il sindaco della città Umberto Di Primio, al quale è stata consegnata la lettera aperta posta in allegato. Nel corso dell’incontro, durato oltre un’ora in un clima di grande cordialità, i portavoce dei due comitati, Anna De Medio e Luciano Di Tizio, hanno illustrato al primo cittadino le fondamentali richieste elaborate dal movimento, sintetizzate in sette punti:
  • rifiutare, in difesa di tutti i cittadini, ogni ipotesi di aumento delle tariffe idriche al solo scopo di adeguamento agli standard degli altri comuni e chiedere, al contrario, che i canoni pagati dai cittadini vengano commisurati alle esigenze del servizio (riparazione delle reti colabrodo; corretto funzionamento dei depuratori, ecc.) e non al “foraggiamento” di carrozzoni gestionali inefficienti e in gran parte inutili;
  • proporre l’applicazione dell’indice MALL nei Piani d’Ambito del Servizio Idrico Integrato, che obbliga alla riduzione delle tariffe in caso di disservizi. Tra l’altro, se questo indice fosse già applicato, ne risulterebbero vantaggi diretti anche per il Comune di Chieti, chiamato a pagare ingenti somme per la fornitura di acqua da parte di ACA SpA nonostante i continui disservizi, antichi e recenti, che i cittadini sono costretti a subire per le inadempienze di tale azienda, sotto gli occhi di tutti;
  • farsi promotore di una nuova legge regionale per la gestione del servizio idrico che metta in primo piano le esigenze dei cittadini-utenti (e non quello del cosiddetto “partito dell’acqua”, causa di tanti danni alla regione), che coinvolga sin dalla fase elaborativa le associazioni e i comitati e che abbia come fondamento/base i bacini idrici (e non i bacini elettorali). Una riforma di questo tipo è necessaria per sostituire la vigente normativa, assurda e inefficace, che tra l’altro nega al comune di Chieti il diritto di voto nelle assemblee dei sindaci del servizio idrico (ASSI);
  • sostenere la trasformazione delle attuali SpA per la gestione del Servizio Idrico Integrato in aziende consortili con la reale partecipazione popolare (modello Napoli);
  • far sì che venga modificato lo Statuto comunale, come richiesto dal WWF sin dal 1 luglio 2010, riconoscendo l’acqua come bene comune pubblico e l’accesso all’acqua come diritto umano, universale, indivisibile, inalienabile;
  • appoggiare la rivendicazione che i comitati dell’acqua stanno portando avanti a livello nazionale insieme a Comuni e Province per escludere dal patto di stabilità gli investimenti per i servizi pubblici e perché almeno la metà dei finanziamenti erogati dalla Cassa Depositi e Prestiti (finanziata con i soldi dei cittadini) venga restituita alla collettività sotto forma di prestiti agevolati e non a tariffe di mercato in favore degli investimenti per i servizi pubblici.
Il sindaco ha accolto in linea di massima tutte le indicazioni, pur sottolineando le difficoltà che Chieti incontra nel suo particolare caso di gestione in proprio della rete idrica e riservandosi di verificare la attuabilità amministrativa delle singole proposte: “Userò – ha affermato Di Primio – il vostro documento come pro-memoria per affrontare questa delicata e importante problematica”. Circa l’inserimento del concetto di acqua come diritto universale nello Statuto, il sindaco ha assicurato che la modifica è stata già inserita nella bozza di revisione attualmente in esame della commissione consiliare apposita ed ha assicurato, su richiesta della delegazione, che ne sarà data ampia diffusione.
Al termine dell’incontro i portavoce e gli altri membri presenti dei Comitati (Mara Miccoli e Giovanna Di Ielsi, oltre a Nicoletta Di Francesco del WWF e Daniele Colantonio di Legambiente) hanno espresso soddisfazione per gli impegni del sindaco, “ma ci riserviamo – ha sottolineato Anna De Medio – di esprimere un giudizio quando agli impegni seguiranno fatti concreti, sperando che ciò accada presto”.


LETTERA APERTA AL SINDACO DI CHIETI
La normativa regionale attualmente in vigore sul servizio idrico integrato colloca Chieti nell’ASSI della sua provincia nella quale però il Comune non ha diritto di voto, perché la città non è servita dalla SASI, la S.p.A. a capitale pubblico e a diritto privato che gestisce il servizio idrico integrato nel Chietino. Nell’ASSI della provincia di Pescara il Comune di Chieti è invece ammesso a partecipare, in quanto servito dall’ACA, ma anche in quella assemblea non ha diritto di voto perché appartenente a una diversa provincia. La proposta di modifica della legge regionale con la quale si puntava a sanare questa incredibile anomalia, redatta in sede di assemblea a fine dicembre 2011 e ufficialmente trasmessa alla Regione non è stata presa in alcuna considerazione.
Il Comune di Chieti attualmente non ha diritto ad esprimere il proprio voto in sede di discussione e approvazione dei Piani d’Ambito, che programmano gli interventi e gli investimenti nel servizio idrico integrato sino al 2027: uno dei capoluoghi di provincia e comunque una delle città più popolose d’Abruzzo è esclusa dalla fase decisionale in un settore di vitale importanza per i suoi cittadini.
Sul territorio di Chieti l’acqua viene attualmente fatturata su tre fasce di consumo (€ 0,27 al mc fino a 6 mc/mese; € 0,41 tra 6 e 14 mc/mese; € 0,57 oltre 14 mc/mese). La tariffa media è di circa € 0,42 al metro cubo. L’ACA, là dove gestisce direttamente il servizio, fattura l’acqua a 1,35 €/mc, somma che scenderà a 1,30 €/mc appena sarà correttamente applicata la disposizione referendaria che ha cancellato la remunerazione del 7% sul capitale investito. Chieti con le sue tariffe nettamente inferiori ha un comportamento virtuoso, che dovrebbe essere preso ad esempio nel territorio regionale. È dunque del tutto inaccettabile che avvenga invece il contrario, con la richiesta da parte dell’ATO di adeguare le tariffe teatine a quelle in vigore nel resto del territorio, più alte in conseguenza anche di una gestione a dir poco meno oculata dell’acqua bene pubblico.
Tutto ciò premesso, il Comitato Acqua e Beni Comuni Chieti e il Comitato Universitario Acqua Bene Comune chiedono al sindaco di Chieti, avv. Umberto Di Primio:
  • di rifiutare, in difesa di tutti i cittadini, ogni ipotesi di aumento delle tariffe idriche per un semplice adeguamento e di chiedere invece che i canoni pagati dai cittadini vengano commisurati alle esigenze del servizio (riparazione delle reti colabrodo; corretto funzionamento dei depuratori, ecc.) e non al “foraggiamento” di carrozzoni gestionali inefficienti e in gran parte inutili;
  • di chiedere in tal senso a gran voce che i Piani d’Ambito del Servizio Idrico Integrato prevedano l’applicazione dell’indice MALL che obbliga alla riduzione delle tariffe in caso di disservizi. Tra l’altro se questo indice fosse già applicato ne avrebbe vantaggi diretti anche il Comune di Chieti chiamato a pagare ingenti somme per la fornitura di acqua da parte di ACA SpA nonostante i continui, antichi e recenti, disservizi che i cittadini sono costretti a subire per le inadempienze di tale azienda e che sono sotto gli occhi di tutti;
  • di farsi promotore di una nuova legge regionale per la gestione del servizio idrico che metta in primo piano le esigenze dei cittadini-utenti, e non quello del cosiddetto “partito dell’acqua” che tanti danni ha causato nella regione, che sia realmente partecipata con il coinvolgimento delle associazioni e dei comitati sin dalla fase elaborativa e che sia basata sui bacini idrici e non sui… bacini elettorali di questa o quella parte politica;
  • di sostenere la trasformazione delle attuali SpA per la gestione del Servizio Idrico Integrato in aziende consortili con la reale partecipazione popolare (modello Napoli);
  • di far sì che venga, come richiesto dal WWF sin dal 1 luglio 2010, modificato lo Statuto comunale, riconoscendo il diritto umano all’acqua, ossia l’accesso all’acqua come diritto umano, universale, indivisibile, inalienabile e lo status dell’acqua come bene comune pubblico;
  • di appoggiare la rivendicazione che i comitati dell’acqua stanno portando avanti a livello nazionale insieme a Comuni e Province per escludere dal patto di stabilità gli investimenti per i servizi pubblici e perché almeno la metà dei finanziamenti erogati dalla Cassa Depositi e Prestiti (finanziata con i soldi dei cittadini) venga restituito alla collettività sotto forma di prestiti agevolati e non a tariffe di mercato in favore degli investimenti per i servizi pubblici.

I PORTAVOCE
Comitato Acqua e Beni Comuni Chieti
Luciano Di Tizio 

Comitato Universitario Acqua Bene Comune
Anna De Medio



venerdì 2 marzo 2012

Comitato Acqua e Beni Comuni Chieti: CONSEGNATA LA PASTA ALLE MENSE

Il Comitato Acqua e Beni Comuni Chieti ha completato, con la consegna di altri 164 kg di pasta a ciascuna delle due mense attive in città (“Santa Luisa” gestita dal Gruppo di volontariato Vincenziano nella città alta e “Madre Teresa di Calcutta” della Caritas Diocesana allo Scalo) la donazione realizzata con il denaro risparmiato durante la campagna referendaria. Compresa la precedente consegna, sono stati dunque forniti a ogni mensa poco più di 210 kg di pasta per una fornitura complessiva di oltre 420 kg. Il Comitato, sostenuto da decine di associazioni e centinaia di cittadine e cittadini, ha deciso di utilizzare in tal modo quel denaro, poco più di mille euro, con una duplice finalità: aiutare chi da sempre aiuta i bisognosi e chi opera nella legalità per la legalità, perfettamente in linea con lo spirito e le azioni del Comitato stesso. La pasta è stata acquistata infatti presso la Cooperativa Libera Terra contro le mafie: viene prodotta dal grano che cresce su terreni e con beni confiscati alle organizzazioni malavitose. Il Comitato intende in tal modo ribadire con forza la richiesta di rispettare la democrazia e la legge insita nella campagna di obbedienza civile che il Forum dell’Acqua è costretto a varare a livello nazionale per ottenere che non vengano disattese le prescrizioni referendarie, come a più livelli si sta cercando assurdamente di fare. L’attenzione alle mense è motivata anche dal fatto che nel nostro territorio la cronica carenza di posti di lavoro è stata recentemente accentuata dalla crisi economica in atto e da talune non condivisibili scelte aziendali: una serie di situazioni che hanno ampliato drammaticamente la fascia dei bisognosi.
È importante infine ricordare che è stato possibile risparmiare una parte del denaro raccolto per sostenere la campagna referendaria (frutto esclusivo delle donazioni di cittadini e associazioni) grazie al fatto che i membri del comitato di coordinamento e gli attivisti tutti che hanno dato una mano non hanno voluto neppure il rimborso delle spese vive sostenute in favore della campagna referendaria (benzina, colla per affiggere i manifesti, ecc.). Le cittadine e i cittadini, a differenza di chi dovrebbe rappresentarli, hanno dimostrato con i fatti la loro profonda fede nella democrazia. Per questo ora pretendono che i risultati referendari vengano correttamente applicati e non elusi in nome di interessi economici del tutto estranei al bene comune e comunque bocciati il 12 e 13 giugno 2011 dalla stragrande maggioranza degli italiani.

venerdì 3 febbraio 2012

Comitato Acqua e Beni Comuni Chieti: LEGALITÀ E RISPETTO DELLE REGOLE

Il Comitato Acqua e Beni Comuni Chieti, sostenuto da decine di associazioni e centinaia di cittadini, ha deciso di utilizzare il denaro, poco più di mille euro, risparmiato durante la campagna referendaria per acquistare circa 410 kg di pasta (spaghetti, rigatoni, fusilli, ecc.) da donare alle due mense attive a Chieti: “Santa Luisa” gestita dal Gruppo di volontariato Vincenziano nella città alta e “Madre Teresa di Calcutta” della Caritas Diocesana allo Scalo.

La scelta, condivisa in assemblea dagli aderenti al Comitato, ha due finalità: aiutare chi da sempre aiuta i bisognosi e chi opera nella legalità per la legalità, perfettamente in linea con lo spirito e le azioni del Comitato stesso. La pasta è stata acquistata infatti presso la Cooperativa Libera Terra contro le mafie: viene prodotta dal grano che cresce su terreni e con beni confiscati alle organizzazioni malavitose. Il Comitato intende in tal modo ribadire con forza la richiesta di rispettare la democrazia e la legge insita nella campagna di obbedienza civile che il Forum dell’Acqua è costretto a varare a livello nazionale per ottenere che non vengano disattese le prescrizioni referendarie, come a più livelli si sta cercando assurdamente di fare.

L’attenzione alle mense è motivata anche dal fatto che nel nostro territorio la cronica carenza di posti di lavoro è stata recentemente accentuata dalla crisi economica in atto e da talune non condivisibili scelte aziendali: una serie di situazioni che hanno ampliato drammaticamente la fascia dei bisognosi.

È importante infine precisare che è stato possibile risparmiare una parte del denaro raccolto per sostenere la campagna referendaria (frutto esclusivo delle donazioni di cittadini e associazioni) grazie al fatto che i membri del comitato di coordinamento e gli attivisti tutti che hanno dato una mano non hanno voluto neppure il rimborso delle spese vive sostenute in favore della campagna referendaria (benzina, colla per affiggere i manifesti, ecc.). Le cittadine e i cittadini, a differenza di chi dovrebbe rappresentarli, hanno dimostrato con i fatti la loro profonda fede nella democrazia. Per questo ora pretendono che i risultati referendari vengano correttamente applicati e non elusi in nome di interessi economici del tutto estranei al bene comune e comunque bocciati il 12 e 13 giugno 2011 dalla stragrande maggioranza degli italiani.

Per quanto riguarda in particolare la situazione della nostra città, cominciano in questi giorni a circolare indiscrezioni sulla richiesta di un adeguamento delle tariffe, oggi a Chieti ben più basse di quelle praticate dall’ACA. L’adeguamento, come avevamo già denunciato il 18 gennaio scorso, comporterà in realtà tariffe tre volte più alte senza alcun reale vantaggio per i cittadini. Chiediamo con forza che il Comune di Chieti faccia sentire la propria voce, in difesa dell’interesse dei suoi amministrati, pretendendo che la gestione dell’acqua nel territorio non sia affidata a carrozzoni inefficienti e che si tengano invece in primo piano le reali necessità e i diritti degli utenti, attraverso ad esempio l’abolizione sulle bollette della quota del 7% di remunerazione del capitale investito, come stabilito dal referendum; l’introduzione dell’Indice MALL nei piani d’ambito del servizio idrico integrato; l’ammodernamento delle reti idriche per evitare sprechi ancora oggi enormi…

A tal proposito sottolineiamo che il Comitato Acqua e Beni Comuni ha chiesto un incontro “urgente” al sindaco di Chieti Umberto Di Primio con una lettera consegnata al protocollo comunale l’11 gennaio scorso. Finora non abbiamo avuto alcuna risposta.

Comitato ACQUA E BENI COMUNI CHIETI




mercoledì 18 gennaio 2012

GIÙ LE MANI DALL’ACQUA E DALLA DEMOCRAZIA: IL MIO VOTO VA RISPETTATO

Il Comitato locale Acqua e Beni Comuni di Chieti invita i 25.000 cittadini (24.873 per il primo quesito; 25.124 per il secondo: ben oltre la metà degli elettori del capoluogo) che hanno votato Sì ai due referendum sull’acqua a prendere coscienza del fatto che quella eccezionale vittoria democratica rischia di essere vanificata per effetto delle cosiddette liberalizzazioni programmate dal Governo Monti. Nel caso dell’acqua “liberalizzare” significa regalare ai privati un bene comune in regime di monopolio di fatto.

In Abruzzo la gestione dell’acqua è oggi affidata a una legge regionale, assurdamente varata alla vigilia del referendum, senza aspettarne l’esito, e comunque mal costruita. Sulla base di quella legge Chieti, insieme a diversi altri Comuni della sua provincia e ad alcuni Comuni del Teramano, non può esprimere il proprio voto sulla gestione e programmazione del Servizio Idrico Integrato. Nell’assemblea dei sindaci (ASSI) della Provincia di Chieti il Comune di Chieti non ha potuto votare il Piano d’Ambito che programma gli investimenti sino al 2027 perché la SpA a capitale pubblico che gestisce il servizio nel territorio teatino, la SASI, non fornisce acqua al capoluogo. Ma il Comune di Chieti non ha voto neppure nell’ASSI di Pescara, perché è in un’altra provincia, benché sia il gestore del pescarese, l’ACA, a rifornirla! Gestione e investimenti condizionati per quasi trent’anni con un capoluogo di provincia nonché città tra le più popolate d’Abruzzo impossibilitata a far pesare le proprie scelte: ci si aspetterebbe una fiera protesta e invece nelle più recenti assemblee SASI (a Santa Maria Imbaro per il Chietino e a Pescara) il Comune di Chieti ha brillato per la sua assenza.

Chieti in compenso ha una positiva gestione in proprio dell’acqua, visto che l’amministrazione municipale ha mantenuto la proprietà delle reti, dopo un infausto e per fortuna breve periodo di affidamento all’ACA. Nel Comune di Chieti l’acqua viene fatturata agli utenti secondo tre fasce di consumo: 0,27 €/mc sino a 6 metri cubi al mese, 0,41 tra 6 e 14 mc/m, 0,57 oltre i 14 mc/m ai quali va aggiunto un euro di quota fissa per ogni mese di fatturazione. Una tariffa nettamente inferiore a quella applicata dal carrozzone pubblico ACA: 1,35 €/mc che dovrebbe diventare 1,30 con l’applicazione del referendum, togliendo il 7% di remunerazione fissa per il capitale investito. La gestione dell’acqua a Chieti avviene in condizioni di sostanziale pareggio economico. Questo vuol dire che l’ACA è sovradimensionata o comunque che ha costi eccessivi a carico degli utenti, ma come pensa di rimediare la politica? Non già, come sarebbe logico nell’interesse dei cittadini, abolire le SpA di gestione dell’acqua, troppo costose, ma al contrario chiede a Chieti di adeguare le tariffe pareggiandole a quelle dell’ACA! Nei prossimi mesi, i cittadini facciano attenzione, potrebbe arrivare in Consiglio comunale una delibera che, su richiesta del commissario dell’ATO abruzzese, se approvata, triplicherebbe i costi per gli utenti. Una delibera che invitiamo sin d’ora tutti i consiglieri comunali a bocciare senza mezzi termini, nel nome di una gestione corretta e senza sprechi dell’acqua e nell’interesse di tutti i cittadini.

Ultima questione, ma non certo per importanza: il 1 luglio 2010 il WWF, che è membro attivo del nostro Comitato, ha consegnato al Sindaco e al Presidente del Consiglio Comunale una petizione, firmata da 1.134 cittadini di Chieti, con la quale si chiedeva di inserire nello Statuto Comunale il principio del “diritto umano all’acqua, ossia l’accesso all’acqua come diritto umano universale, indivisibile, inalienabile e lo status dell’acqua come bene comune pubblico”. Veniva chiesto inoltre il riconoscimento, nello Statuto, del servizio idrico integrato come un servizio pubblico locale privo di rilevanza economica, “in quanto servizio pubblico essenziale per garantire l’accesso all’acqua per tutti e pari dignità umana a tutti i cittadini, la cui gestione va quindi attuata attraverso un Ente di diritto pubblico”. Lo stesso Statuto (art. 63 comma 2) prevede che ci sia un pronunciamento entro 2 mesi dalla consegna di una petizione popolare, ma di mesi ne sono passati già più di 18 senza che quella richiesta sia mai stata portata all’esame del Consiglio comunale, a dispetto dei ripetuti solleciti del WWF.

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