Una
delegazione del Comitato Acqua e Beni Comuni Chieti e del Comitato
Universitario teatino ha incontrato ieri il sindaco della città
Umberto Di Primio, al quale è stata consegnata la lettera aperta
posta in allegato. Nel corso dell’incontro, durato oltre un’ora
in un clima di grande cordialità, i portavoce dei due comitati, Anna
De Medio e Luciano Di Tizio, hanno illustrato al primo cittadino le
fondamentali richieste elaborate dal movimento, sintetizzate in sette
punti:
- rifiutare, in difesa di tutti i cittadini, ogni ipotesi di aumento delle tariffe idriche al solo scopo di adeguamento agli standard degli altri comuni e chiedere, al contrario, che i canoni pagati dai cittadini vengano commisurati alle esigenze del servizio (riparazione delle reti colabrodo; corretto funzionamento dei depuratori, ecc.) e non al “foraggiamento” di carrozzoni gestionali inefficienti e in gran parte inutili;
- proporre l’applicazione dell’indice MALL nei Piani d’Ambito del Servizio Idrico Integrato, che obbliga alla riduzione delle tariffe in caso di disservizi. Tra l’altro, se questo indice fosse già applicato, ne risulterebbero vantaggi diretti anche per il Comune di Chieti, chiamato a pagare ingenti somme per la fornitura di acqua da parte di ACA SpA nonostante i continui disservizi, antichi e recenti, che i cittadini sono costretti a subire per le inadempienze di tale azienda, sotto gli occhi di tutti;
- farsi promotore di una nuova legge regionale per la gestione del servizio idrico che metta in primo piano le esigenze dei cittadini-utenti (e non quello del cosiddetto “partito dell’acqua”, causa di tanti danni alla regione), che coinvolga sin dalla fase elaborativa le associazioni e i comitati e che abbia come fondamento/base i bacini idrici (e non i bacini elettorali). Una riforma di questo tipo è necessaria per sostituire la vigente normativa, assurda e inefficace, che tra l’altro nega al comune di Chieti il diritto di voto nelle assemblee dei sindaci del servizio idrico (ASSI);
- sostenere la trasformazione delle attuali SpA per la gestione del Servizio Idrico Integrato in aziende consortili con la reale partecipazione popolare (modello Napoli);
- far sì che venga modificato lo Statuto comunale, come richiesto dal WWF sin dal 1 luglio 2010, riconoscendo l’acqua come bene comune pubblico e l’accesso all’acqua come diritto umano, universale, indivisibile, inalienabile;
- appoggiare la rivendicazione che i comitati dell’acqua stanno portando avanti a livello nazionale insieme a Comuni e Province per escludere dal patto di stabilità gli investimenti per i servizi pubblici e perché almeno la metà dei finanziamenti erogati dalla Cassa Depositi e Prestiti (finanziata con i soldi dei cittadini) venga restituita alla collettività sotto forma di prestiti agevolati e non a tariffe di mercato in favore degli investimenti per i servizi pubblici.
Il
sindaco ha accolto in linea di massima tutte le indicazioni, pur
sottolineando le difficoltà che Chieti incontra nel suo particolare
caso di gestione in proprio della rete idrica e riservandosi di
verificare la attuabilità amministrativa delle singole proposte:
“Userò – ha affermato Di Primio – il vostro documento come
pro-memoria per affrontare questa delicata e importante
problematica”. Circa l’inserimento del concetto di acqua come
diritto universale nello Statuto, il sindaco ha assicurato che la
modifica è stata già inserita nella bozza di revisione attualmente
in esame della commissione consiliare apposita ed ha assicurato, su
richiesta della delegazione, che ne sarà data ampia diffusione.
Al
termine dell’incontro i portavoce e gli altri membri presenti dei
Comitati (Mara Miccoli e Giovanna Di Ielsi, oltre a Nicoletta Di
Francesco del WWF e Daniele Colantonio di Legambiente) hanno espresso
soddisfazione per gli impegni del sindaco, “ma ci riserviamo – ha
sottolineato Anna De Medio – di esprimere un giudizio quando agli
impegni seguiranno fatti concreti, sperando che ciò accada presto”.
LETTERA
APERTA AL SINDACO DI CHIETI
La normativa
regionale attualmente in vigore sul servizio idrico integrato colloca
Chieti nell’ASSI della sua provincia nella quale però il Comune
non ha diritto di voto, perché la città non è servita dalla SASI,
la S.p.A. a capitale pubblico e a diritto privato che gestisce il
servizio idrico integrato nel Chietino. Nell’ASSI della provincia
di Pescara il Comune di Chieti è invece ammesso a partecipare, in
quanto servito dall’ACA, ma anche in quella assemblea non ha
diritto di voto perché appartenente a una diversa provincia. La
proposta di modifica della legge regionale con la quale si puntava a
sanare questa incredibile anomalia, redatta in sede di assemblea a
fine dicembre 2011 e ufficialmente trasmessa alla Regione non è
stata presa in alcuna considerazione.
Il Comune di
Chieti attualmente non ha diritto ad esprimere il proprio voto in
sede di discussione e approvazione dei Piani d’Ambito,
che programmano gli interventi e gli investimenti nel servizio idrico
integrato sino al 2027:
uno dei capoluoghi di provincia e comunque una delle città più
popolose d’Abruzzo è esclusa dalla fase decisionale in un settore
di vitale importanza per i suoi cittadini.
Sul territorio di
Chieti l’acqua viene attualmente fatturata su tre fasce di consumo
(€ 0,27 al mc fino a 6 mc/mese; € 0,41 tra 6 e 14 mc/mese; €
0,57 oltre 14 mc/mese). La tariffa media è di circa € 0,42 al
metro cubo. L’ACA, là dove gestisce direttamente il servizio,
fattura l’acqua a 1,35 €/mc, somma che scenderà a 1,30 €/mc
appena sarà correttamente applicata la disposizione referendaria che
ha cancellato la remunerazione del 7% sul capitale investito. Chieti
con le sue tariffe nettamente inferiori ha un comportamento virtuoso,
che dovrebbe essere preso ad esempio nel territorio regionale.
È dunque del tutto inaccettabile che avvenga invece il contrario,
con la richiesta da parte dell’ATO di adeguare le tariffe teatine a
quelle in vigore nel resto del territorio, più alte in conseguenza
anche di una gestione a dir poco meno oculata dell’acqua bene
pubblico.
Tutto ciò premesso,
il Comitato Acqua e Beni Comuni Chieti e il Comitato Universitario
Acqua Bene Comune chiedono al sindaco di Chieti, avv. Umberto Di
Primio:
- di rifiutare, in difesa di tutti i cittadini, ogni ipotesi di aumento delle tariffe idriche per un semplice adeguamento e di chiedere invece che i canoni pagati dai cittadini vengano commisurati alle esigenze del servizio (riparazione delle reti colabrodo; corretto funzionamento dei depuratori, ecc.) e non al “foraggiamento” di carrozzoni gestionali inefficienti e in gran parte inutili;
- di chiedere in tal senso a gran voce che i Piani d’Ambito del Servizio Idrico Integrato prevedano l’applicazione dell’indice MALL che obbliga alla riduzione delle tariffe in caso di disservizi. Tra l’altro se questo indice fosse già applicato ne avrebbe vantaggi diretti anche il Comune di Chieti chiamato a pagare ingenti somme per la fornitura di acqua da parte di ACA SpA nonostante i continui, antichi e recenti, disservizi che i cittadini sono costretti a subire per le inadempienze di tale azienda e che sono sotto gli occhi di tutti;
- di farsi promotore di una nuova legge regionale per la gestione del servizio idrico che metta in primo piano le esigenze dei cittadini-utenti, e non quello del cosiddetto “partito dell’acqua” che tanti danni ha causato nella regione, che sia realmente partecipata con il coinvolgimento delle associazioni e dei comitati sin dalla fase elaborativa e che sia basata sui bacini idrici e non sui… bacini elettorali di questa o quella parte politica;
- di sostenere la trasformazione delle attuali SpA per la gestione del Servizio Idrico Integrato in aziende consortili con la reale partecipazione popolare (modello Napoli);
- di far sì che venga, come richiesto dal WWF sin dal 1 luglio 2010, modificato lo Statuto comunale, riconoscendo il diritto umano all’acqua, ossia l’accesso all’acqua come diritto umano, universale, indivisibile, inalienabile e lo status dell’acqua come bene comune pubblico;
- di appoggiare la rivendicazione che i comitati dell’acqua stanno portando avanti a livello nazionale insieme a Comuni e Province per escludere dal patto di stabilità gli investimenti per i servizi pubblici e perché almeno la metà dei finanziamenti erogati dalla Cassa Depositi e Prestiti (finanziata con i soldi dei cittadini) venga restituito alla collettività sotto forma di prestiti agevolati e non a tariffe di mercato in favore degli investimenti per i servizi pubblici.
I
PORTAVOCE
Comitato
Acqua e Beni Comuni Chieti
Luciano
Di Tizio
Comitato
Universitario Acqua Bene Comune
Anna
De Medio
