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giovedì 24 ottobre 2013

Chieti non passi le reti ad ACA: presidiamo il Consiglio Comunale

CHIETI NON PASSI LE RETI AD ACA: Domani pomeriggio, VENERDI' 25 OTTOBRE 2013 è fissata la prima convocazione di un Consiglio comunale che vede tra i punti all'ordine del giorno il passaggio delle reti idriche della Città all'ERSI (Ente Regionale per il Servizio Idrico Integrato), e quindi automaticamente (se non si intraprende con decisione una svolta verso una differente gestione dell'acqua) all'azienda ACA spa, con conseguente e vertiginoso aumento delle bollette per i cittadini.


Presidiamo il Consiglio comunale: appuntamento VENERDI' 25 OTTOBRE ore 16 a CHIETI palazzo Ex-Upim Corso Marrucino 76. Porta la tua bandiera dell'acqua!

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(di seguito il comunicato stampa inviato dal Forum Abruzzese dei Movimenti per l'Acqua)

Comunicato stampa 23 ottobre 2013
ACQUA: CHIETI NON CEDA LE RETI SENZA GARANZIE
Il passaggio a una azienda mal gestita com’è l’ACA peggiorerebbe il servizio e raddoppierebbe il costo delle bollette per gli utenti
Appello del Forum Abruzzese: il consiglio comunale difenda i cittadini

Il consiglio comunale di Chieti è stato chiamato ad esaminare, nel consiglio comunale di venerdì 25 ottobre (con eventuale prosecuzione dei lavori lunedì 28), al punto 6, il trasferimento reti e servizio idrico integrato all’Ente Regionale per il Servizio Idrico Integrato (ERSI). Un tale passaggio, se non accompagnato da una concreta azione di segno diverso, comporterà la consegna della gestione ad ACA SpA, una azienda pubblica di diritto privato che ha già gestito con pessimi risultati per un breve periodo l’acqua a Chieti e comporterà bollette enormemente più “salate” per gli utenti, con tariffe quanto meno raddoppiate!


Ribadiamo che nell’intero territorio attualmente servito da ACA SpA (ambito interprovinciale che interessa Chieti e il suo hinterland, il Pescarese compresa la città capoluogo e alcuni comuni dei Teramano) LE UNICHE GESTIONI SANE, IN SOSTANZIALE PAREGGIO SE NON IN ATTIVO SOLO QUELLE DEI POCHI COMUNI CHE HANNO CONSERVATO LA TITOLARITÀ DEL SERVIZIO, Chieti in testa.

La gestione della ACA è in Spa House e quindi, mentre formalmente la proprietà rimane pubblica, la gestione fa riferimento al diritto privatistico. Per questo come una qualsiasi azienda privata ACA chiede e ottiene finanziamenti ed è sottoposta al potere finanziario delle Banche o dei Fondi di investimento che erogano denaro solo in presenza di piani tariffari a lungo termine ed in costante aumento. Il tutto assolutamente indifferente e distaccato dalle programmazioni quali-quantitative, da problemi di carattere etico-sociale o di politica generale che un bene essenziale come l’acqua porta con sé.

Inoltre la gestione dell’Aca, come succede anche per le altre spa in house abruzzesi o italiane, è stata caratterizzata negli anni da una situazione negativa con la quota degli investimenti mai spesa oculatamente e per intero perché “assorbita” dalla cattiva gestione e dagli sperperi. Non a caso la storia giudiziaria riguardante ACA spa caratterizza da anni la vicenda politica metropolitana fino al caso clamoroso più recente di un presidente sotto accusa e agli arresti domiciliari che non si vuole dimettere.

Il bilancio di ACA è stato approvato in pareggio, anzi con un lieve margine di utile, ma è opinione comune che i debiti accumulati sarebbero intorno ai 90 milioni: gli stessi organi di controllo hanno parlato di un bilancio non veritiero bollato pubblicamente dallo stesso commissario straordinario liquidatore degli ATO nominato dalla Regione, il cui comunicato stampa è stato inoltrato alla magistratura ordinaria e a quella contabile da Forum Abruzzese dei Movimenti dell’Acqua e WWF. Sulla base di quel bilancio ritenuto non veritiero si invita ad aumentare le tariffe o si preme affinché entrino definitivamente nel calderone quei comuni (Chieti è il più grande e più importante) che, pur essendo soci della società, non hanno consegnato la gestione delle reti attraverso la cessione della proprietà all’ERSI e continuano a gestire in modo virtuoso il Servizio.

L’ASSI di riferimento (Pescara) ha votato l’anno scorso la gestione pubblica attraverso una azienda speciale e quindi di diritto pubblico ma ACA si è ben guardata da avviare la procedura per una sua trasformazione in tal senso.

Il Forum Abruzzese dei Movimenti dell’Acqua ha incontrato recentemente i sindaci del territorio, anche quello di Chieti, e ha proposto la creazione di un nuovo soggetto gestore del ciclo integrato dell’acqua attraverso una azienda speciale di diritto pubblico che ricrei le condizioni strutturali per una gestione efficace, pubblica e partecipata creata dai Comuni in favore dei propri cittadini, che garantisca una gestione sana e trasparente a costi non gonfiati dalla cattiva gestione.

La nuova azienda, che ipotizziamo possa nascere a partire dai comuni dell’hinterland Chieti-Pescara (alcuni dei quali hanno già dato la propria dichiarata disponibilità) avrà mezzi economici, politici, forza e coesione necessari per la gestione, non sarà gravata da debiti e potrà gestire il Servizio con costi vantaggiosi per i cittadini e ricavando quel che serve per la gestione e gli investimenti direttamente dalle bollette su cui non graverà il peso del dissesto innescato dalla gestione dissennata di ACA, quindi una azienda che potrà essere di esempio agli altri comuni del territorio e dell’Abruzzo.

È una scelta possibile e auspicabile, tenendo tra l’altro conto del fatto che Chieti attualmente già opera da sub ambito con esplicita delibera di autorizzazione dell’ATO (commissariato ma non sciolto) e che tale delibera mai revocata è perfettamente valida e in vigore.

Chiediamo a tutti i consiglieri, indipendentemente dall’appartenenza politica, di tutelare i cittadini elettori rinviando il provvedimento in esame e condizionandolo a scelte finalmente in favore degli utenti e non più del sistema trasversale di potere e di mala gestione che in Abruzzo e non solo è ormai tristemente noto come “partito dell’acqua”.



Segreteria Operativa Forum Abruzzese dei Movimenti per l'Acqua

lunedì 25 marzo 2013

Il Comitato Acqua e Beni Comuni Chieti replica all’assessore Mario Colantonio: l’unico vero “atto dovuto” è difendere i cittadini


L’amministrazione si nasconde dietro l’obbligo del rispetto delle leggi dimenticando di aver capeggiato, pochi mesi fa, la protesta contro la norma nazionale che cancellava la Provincia
L’assessore ai lavori pubblici Mario Colantonio, “a nome dell’amministrazione comunale”, risponde alla nostra esortazione a difendere i cittadini dal prevedibile imminente salasso sulle bollette dell’acqua nel caso venga messa in atto la cessione della rete acquedottistica. L’assessore afferma che “non può esistere improvvisazione e tantomeno innalzamento di barricate da parte di qualsivoglia Amministrazione nei confronti del rispetto delle leggi”. Una frase che tuttavia suona decisamente strana ricordando che appena qualche mese fa l’amministrazione, nel cui nome Colantonio parla, le barricate le ha innalzate eccome contro una legge dello Stato in base alla quale si voleva abolire la provincia di Chieti. Allora si esaminò la normativa, se ne contestarono le modifiche e l’interpretazione e si scese addirittura in piazza in difesa di un interesse leso. Ci spieghi l’assessore, anzi lo spieghi ai cittadini che lo hanno votato e che tra un paio di anni saranno di nuovo chiamati a scegliere i loro amministratori, perché non si può contestare una normativa regionale che già altri contestano e che comunque, se pedissequamente osservata, porterebbe al peggioramento del servizio e a bollette più elevate.
La legge 9/2011 cui l’assessore fa riferimento, composta da un unico articolo con 33 commi, è stata approvata in gran fretta prima dei referendum sull’acqua ed è a nostro avviso inadeguata e andrebbe sostituita da una normativa davvero attenta alle esigenze degli utenti. Al di là comunque delle valutazioni di merito, sulle quali ognuno è legittimato ad avere le proprie opinioni, la legge 9/2011 è sino ad oggi largamente disattesa per le parti che più interessano al contribuente. Ad esempio il comma 28 prevede il divieto della costituzione e della permanenza delle cosiddette “società di patrimonio”, società che, con consigli di amministrazioni e presidenti pagati con denaro pubblico, non hanno altro compito che quello di affittare le reti a chi poi le gestirà. Ebbene prima del 2011 in Abruzzo resistevano ancora due di queste inutilissime società e due ce ne sono tuttora! Ma non solo: la legge regionale prevede anche, al comma 8, che l’ERSI (Ente regionale per il servizio idrico integrato), creato in sostituzione dei precedenti 6 ATO (Ambiti territoriali ottimali) operi una “valutazione ed analisi comparativa delle gestioni”: ebbene appare ovvio a chiunque, salvo evidentemente a chi gestisce l’acqua in Abruzzo e a qualche amministratore, che è la gestione migliore (nel caso specifico quella di Chieti) a dover essere imitata e non il contrario.
Ci permettiamo di ricordare all’assessore che lo stesso sindaco, in campagna elettorale, si era impegnato con gli elettori ad una diversa attenzione alla questione acqua e che circa 1200 cittadini, attraverso il WWF, il 1 luglio 2010 hanno presentato una petizione per inserire nello Statuto comunale il concetto di acqua bene comune privo di valenza economica. Questa richiesta – nonostante i tempi contingentati previsti dallo stesso Statuto comunale – non sono stati sino a oggi neppure discussi. Evidentemente si dovrà prendere atto che al Comune di Chieti il rispetto delle regole ha un peso diverso nelle varie circostanze.
Di fronte alla richiesta di cessione delle reti sarebbe necessaria una risposta politica prima che tecnica, con la sacrosanta pretesa che cambi profondamente la gestione dell’acqua, attualmente affidata in Abruzzo a inefficienti carrozzoni, e che le scelte di Chieti vengano usate come modello e non cancellate perché non consentono i profitti (dopo il referendum vietati in Italia) e gli sprechi che altrove alimentano ed hanno alimentato il cosiddetto trasversale partito dell’acqua.
La verità è che l’unico “atto dovuto” che deve davvero interessare un amministratore degno del suo ruolo è la difesa dei suoi amministrati. Il Comune di Chieti cedendo le reti all’ERSI condannerà i cittadini a un peggioramento del servizio e a costi almeno triplicati. Non è demagogia ma semplice constatazione dei fatti affermare che coloro che proporranno e approveranno un tale provvedimento in consiglio comunale dovranno assumersene tutte le responsabilità di fronte agli elettori.

Comitato ACQUA E BENI COMUNI CHIETI

venerdì 22 marzo 2013

Si celebra oggi il World Water Day istituito dalle Nazioni Unite

Il Comitato Acqua e Beni Comuni Chieti accusa: sull’acqua il sindaco non rispetta gli impegni
La ipotizzata cessione delle reti danneggerà gli utenti: servizi meno efficienti e costi quasi triplicati

Si celebra domani, 22 marzo, la giornata mondiale dell’acqua (World Water Day), ricorrenza istituita nel 1992 dalle Nazioni Unite che invitano gli Stati membri a dedicare questo giorno alla promozione di attività concrete all’interno dei loro Paesi. La giornata servirà anche a rilanciare la raccolta firme per l'ICE (Iniziativa dei Cittadini Europei) finalizzata ad ottenere il riconoscimento del diritto umano all’acqua all’interno della Comunità Europea. In molte piazze saranno attivati banchetti, e materiale sulla campagna ICE è reperibile anche sul web http://www.acquapubblica.eu/materiali.
Questo appuntamento arriva a Chieti in un momento particolarmente delicato, con l’amministrazione intenzionata e piegarsi alla richiesta dell’eterno commissario regionale del servizio idrico Caputi, cedendo all’Ersi la titolarità delle reti acquedottistiche. Il Comune di Chieti ha, a differenza del carrozzone ACA, una gestione virtuosa dell’acqua con un servizio discretamente efficiente (grazie anche alla buona volontà e alla dedizione di un eccezionale gruppo di fontanieri) e con costi notevolmente più bassi rispetto alle medie regionali. La cessione delle reti senza una profonda riforma in senso democratico del servizio idrico va assolutamente evitata. I cittadini di Chieti non devono contribuire a ripianare i danni creati da anni di malagestione. C’è una proposta di legge regionale elaborata dai Comitati attraverso una ampissima consultazione dei cittadini: dev’essere questa la base per ricostruire un servizio efficiente, sano e senza costi aggiuntivi per gli utenti.
Aggiungiamo che nei giorni scorsi il sindaco di Chieti ha ricordato gli impegni presi il 10 marzo 2010, durante la campagna elettorale che avrebbe poi portato alla sua elezioni, con la Consulta Comunale delle Associazioni, e si è vantato di averli in gran parte rispettati. Il Comitato ABC Chieti gli ricorda tuttavia che ne manca uno particolarmente importante: in quella stessa riunione, davanti a centinaia di cittadini, l’allora candidato Umberto Di Primio, su precisa domanda del WWF, facendo seguito a una mozione votata all’unanimità dal consiglio municipale a tutela dell’acqua come bene pubblico privo di rilevanza economica, si era impegnato a far inserire questo concetto come “funzione imprescindibile” nello Statuto comunale. Di Primio aveva anzi sottolineato di suo pugno le espressioni bene pubblico e privo di rilevanza economica. Sono trascorsi tre anni e questo impegno è tuttora disatteso. Sono state anzi pure sin qui ignorate le oltre 1200 firme di cittadini raccolte dal WWF a sostegno di una petizione in tal senso consegnata al sindaco e al presidente del Consiglio comunale il 1 luglio 2010. Il World Water Day potrebbe rappresentare l’occasione giusta per attivare il processo virtuoso necessario per arrivare alla modifica dello Statuto comunale in linea con la saggia politica sull’acqua sino a ora (e speriamo anche in futuro) perseguita a Chieti e attualmente minacciata da una gestione regionale capace di creare solo carrozzoni che hanno sperperato milioni di denaro pubblico peggiorando complessivamente i servizi e aumentandone i costi per gli utenti e per la collettività.
Il portavoce
Luciano Di Tizio

domenica 6 gennaio 2013

Chieti: presentazione e confronto sulla Proposta di Legge in materia di Servizio Idrico Integrato in Abruzzo


ACQUA BENE COMUNE:
SE HAI DETTO NO ALLA PRIVATIZZAZIONE,
SOSTIENI LA RIPUBBLICIZZAZIONE!
Presentazione e confronto sulla Proposta di Legge alternativa per l’Abruzzo in materia di Servizio Idrico Integrato
elaborata dal Forum Abruzzese dei Movimenti per l’Acqua

- RICONOSCIMENTO DELL’ACQUA COME BENE COMUNE NON ECONOMICO,
contro la privatizzazione e la gestione del servizio idrico a scopo di lucro
- TRASFORMAZIONE DELLE S.p.A. IN CONSORZI DI SERVIZI SOCIALI,
per assicurare criteri di efficacia, sostenibilità ambientale, equità sociale e solidarietà
- GOVERNO PUBBLICO E PARTECIPATO DELL’ACQUA,
per garantire trasparenza e partecipazione cittadina
- RIDEFINIZIONE DEGLI A.T.O.,
basata sui bacini idrografici e non sui bacini elettorali
- ISTITUZIONE DI UN FONDO REGIONALE PER IL DIRITTO ALL’ACQUA,
per l’erogazione gratuita del quantitativo minimo vitale giornaliero di acqua per ogni persona
- VIGILANZA SULLA QUALITÀ DELLE ACQUE,
per sorvegliare su incidenti ed emergenze

mercoledì 9 Gennaio
ore 17:00, c/o LIBRERIA DE LUCA
(via De Lollis- CHIETI)